Traslochi degli italiani nel post pandemia

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I motivi per cui si decide di traslocare sono molteplici: arrivo di un figlio, trasferimenti lavorativi, fine del periodo lavorativo, per motivi di studio o per solo piacere di cambiare vita ed essere più felici. La stragrande maggioranza quando affronta un trasloco lo fa in modo radicale cambiando città o addirittura paese, ma la sorpresa è tra coloro che invece hanno deciso di cambiare zona o quartiere trasferendosi nella stessa città o in zone limitrofe. 

La pandemia ha introdotto nuove esigenze

Quali sono dunque le mete che gli italiani prediligono in tempi post pandemia? Sicuramente l’introduzione dello smart working da parte di molte aziende sia private che pubbliche ha condizionato di molto le esigenze e le scelte degli italiani: da sondaggi effettuati, 1 Italiano su 3 preferisce trasferirsi in zone limitrofe alla città di provenienza e predilige come prima meta le zone di mare per migliorare lo stato di salute fisica e mentale.

La seconda scelta in ordine di preferenza è la collina o campagna: luogo preferito dagli italiani in età leggermente più avanzata e che consente di allontanarsi dalla vita caotica e frenetica cittadina colma di rumori e di inquinamento. I giovani invece – come sempre  – prediligono le grandi città, sia per completare gli studi che per crearsi nuove opportunità di lavoro.

Chi cambia casa

Si sa, trasferirsi è un passaggio complesso e stressante, che richiede un grande dispendio di tempo ed energie, ma a volte è necessario. Nonostante si dica che gli italiani siano un popolo di mammoni, legati a mamma e papà e non intenzionati ad abbandonare il loro tetto, solo il 21% della fascia d’età 18-34 non ha mai cambiato casa, dato che ribalta in maniera decisiva questa convinzione. 9 italiani su 10 hanno fatto i conti con scatoloni, imballi, montaggi e rimontaggi almeno una volta nella loro vita e i più esperti sono gli over 55: in questa fascia d’età, infatti, il 28% ha affrontato oltre 4 traslochi.

Attività per la quale non occorre essere degli esperti, anzi vince l’arte dell’arrangiarsi: il 36% degli italiani, infatti, dichiara di essersi occupato in prima persona del proprio trasloco, armandosi di nastri adesivi, etichette, pennarelli e… tanta pazienza. Circa un terzo degli italiani (31%) si è fatto aiutare da amici e parenti, mentre le percentuali diminuiscono per chi ha usufruito dell’assistenza di una ditta specializzata: il 25% ha preparato e organizzato le proprie scatole ma si è affidato a un professionista per il loro trasporto, mentre solo il 5% degli intervistati ha deciso di affidarsi totalmente a degli esperti.

Gli italiani si dimostrano, quindi, compatti nell’idea di far da sé, senza puntare sull’appoggio esterno, per quanto riguarda il trasporto degli scatoloni, ma sono divisi sui tempi necessari per riorganizzare la propria casa. 1 persona su 3 (35%) ha avuto bisogno di una settimana o meno, 1 persona su 3 (33%) di circa 2 o 3 settimane, il rimanente (28%) invece ci ha impiegato un mese o più per sistemarsi nella casa nuova.

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